Le dita scivolavano piano sulla fiancata della lucida carrozzeria accompagnate dallo sguardo compiaciuto dell'uomo.


Era fiero di ciò che possedeva, aveva scelto con cura i suoi bolidi, belli, eleganti, ma soprattutto veloci. La sensazione di onnipotenza data dalla velocità lo caricava di adrenalina pura, e lui amava quella sensazione.
Si aggirava tra le sue cose con fare lento e quasi distaccato. Ogni giorno osservava qualcuno dei suoi oggetti preziosi, orologi soprattutto, ma anche diavolerie tecnologiche all'ultimo grido che aveva acquistato nel tempo e accumulato come un vero collezionista ma, a differenza di un collezionista, osservava senza quasi più interesse quelle che ormai erano conquiste già ottenute. Ogni volta che desiderava qualcosa sentiva un fremito, un'energia particolare, che smuoveva i suoi istinti predatori.
Si informava, studiava le caratteristiche dell'oggetto, lo desiderava fortemente, finché non lo otteneva. Poi l'interesse svaniva di colpo, quasi del tutto. Ciò che lo faceva stare bene non era l'oggetto in sé ma il desiderarlo. La sfida che silenziosa nasceva nel suo intimo ogni volta che iniziava a desiderare qualcosa era la spinta che lo portava a fare di tutto pur di avere quell'oggetto tra le cose di sua proprietà.
Che strano uomo.... Provava la stessa sfida con se stesso anche ogni volta che decideva di conquistare una donna. Le donne che sceglieva in genere erano sempre prede ambite da molti, preziose, o comunque donne all'apparenza difficili da conquistare. Le sceglieva con cura tra le sue conoscenze casuali ed erano quasi tutte ricche, eleganti, corteggiate, a volte un po' altezzose.
Indossava la sua maschera migliore, studiata in precedenza per dare fiducia alla sua preda. Le parole erano la sua arma più potente. Aveva imparato a dosarle e pesarle bene per ottenere l'effetto voluto.
Niente fretta, niente fast food del sesso. La preda lui amava cuocerla a fuoco lento, con piccole attenzioni e repentine fughe, fino ad ottenere totale dedizione. Sguardi penetranti e profumi avvolgenti completavano l'opera.
Ma quando era finalmente giunto al traguardo e la preda era ormai diventata creta tra le sue mani e avrebbe accettato di tutto da lui pur di essere la sua donna, lui girava le spalle e andava via. La sua collezione di donne che gli si sarebbero concesse senza riserve, folli d'amore, era cresciuta.... e questo gli bastava. Collezionava cuori.

Almeno fino alla prossima sfida.....
Tolse l'abito ancora profumato di bosco e pepe e spezie fresche e posò il cuore dell'ultima sua preda, ancora avvolto nella pochette di seta profumata, insieme agli altri che giacevano nel silenzio della notte.