L'ufficio era ormai quasi deserto per l'approssimarsi dell'orario di uscita, in un pomeriggio ormai inoltrato.
Gli ultimi pochi lavoratori integerrimi consegnavano le pratiche completate prima di lasciare le loro stanze, camminando nei corridoi con una stanca ma costante efficienza.
Lei si guardò intorno non sapendo bene dove andare.
Aveva chiesto all'usciere indicazioni per arrivare da lui, ma in quel dedalo di corridoi iniziava a temere di essersi persa.
Finalmente vide la porta a vetri che l'usciere le aveva indicato come punto di riferimento, la aprì e percorse l'ultimo tratto di interminabile cammino con il cuore accelerato dall'eccitazione e dalla paura di aver fatto un buco nell'acqua.
Arrivata vicino all'ultima porta sulla destra, il cartellino col nome le confermò di aver fatto la strada giusta, si lisciò la gonna e si sistemò i capelli che insistevano a voler sfuggire al controllo, andando a coprirle in parte gli occhi, e bussò piano con la mano...
- avanti-
Il tono della voce a lei ormai familiare risuonò nel vuoto spazio dietro la porta che li separava.
Con fare lento e quasi timido aprì la porta e fece capolino.
Lui sollevò distrattamente gli occhi per un attimo dalle scartoffie sistemate in ordine sulla scrivania ma, dopo un primo attimo di incredulità in cui la sorpresa l'aveva fatta da protagonista, con uno scatto si alzò per accoglierla e per farla entrare.
Non la aspettava, non sapeva nemmeno che lei sapesse con precisione dove trovarlo.
Ma era una donna astuta e piena di risorse, e a lui piaceva anche per quello.
Chiusa la porta con fare furtivo, immediatamente la appoggiò con la schiena alla porta e col suo corpo la strinse in una morsa carnale, senza darle neanche il tempo di parlare, baciandola con trasporto e passione. La mano destra a cercare la pelle del collo e della nuca, mentre la sinistra ancora intrecciata alla mano di lei la bloccava al di sopra delle loro teste, seguendo e controllando il movimento frenetico delle lingue impazzite.
Lei si lasciò andare al suo trasporto, e in fondo non chiedeva di meglio.
-mi sei mancata amore...- le sussurrò in un soffio all'orecchio
Sempre incollati l'uno all'altra, bocca su bocca, lui la sollevò tra le braccia come si fa con una bimba, nonostante lei non fosse affatto una bimbetta leggera, e la portò sulla sua scrivania.
Cartelline e fogli, fino a poco prima sistemati con ordine quasi maniacale, iniziarono a volare disordinatamente sul pavimento mentre con fare veloce della mano ripuliva lo spazio sul quale farla distendere.
Poi si inginocchiò tra le gambe di lei e le sfilò, sollevandole la gonna, quel piccolo lembo di stoffa umida che le ricopriva la fessura calda.
Lei, appoggiata con i gomiti alla scrivania e con la testa riversa all'indietro, gli appoggiò i polpacci sulle spalle e lo cinse in una morsa voluttuosa tra le sue gambe.
La lingua di lui iniziò ad assaporare i primi rivoli di umori mentre la percorreva in lungo tra le labbra schiuse, dal basso verso l'alto, fino ad arrivare al bottone del piacere dove si soffermò con movimenti velocissimi alternati a suzioni.
Intanto due dita entrarono nella carne senza resistenza alcuna, mentre gemiti di piacere sollevavano affannosamente il petto di lei ancora coperto dagli abiti.
Mentre lui implacabile non smetteva un solo attimo di darle piacere, lei si rese conto che le tende dell'ufficio, quelle tende a lamelle verticali tipiche di un ufficio pubblico, erano completamente aperte sulla grande vetrata, e il palazzo di fronte non era così distante...
L'idea che qualcuno potesse vederli la eccitò maggiormente e così iniziò ad ondeggiare il bacino in cerca di spinte sempre più profonde di lingua e dita.
Ormai giunta al limite estremo del piacere, gli sollevò la testa riportandolo alla sua bocca per poterlo baciare e sentire il suo stesso sapore dalle labbra di lui, e poi fu il suo turno a volersi nutrire di sesso.
Gli slaccio veloce la camicia e il pantalone, che ormai quasi scoppiava pieno del membro duro come il marmo, ma prima di prenderglielo in bocca volle avvicinarsi alla grande parete vetrata.
In ginocchio tra le gambe di lui e con le spalle rivolte alla vetrata, iniziò a succhiare avidamente, partendo dalla cappella violacea e scendendo con la lingua nelle pieghe e lungo le tortuose vene in rilievo, gustando appieno la virilità del suo uomo. La mano intanto lo accarezzava sotto lo scroto sollevandoglielo delicatamente, quasi a volerlo inghiottire insieme al suo cazzo, mentre con l'altra mano accompagnava i movimenti della bocca.
Era solo lui che voleva, voleva farlo godere in maniera smisurata, lo voleva dentro di sé, e lo voleva dovunque, in ogni parte del suo corpo.
Si sollevò, con la bocca e il mento ancora lucidi di saliva, e gli voltò le spalle appoggiando i seni ormai scoperti al freddo vetro.
Lo sentì affondare in lei con rapidità e urgenza, con ancora i pantaloni alle caviglie e la gonna alzata in vita, mentre con fendenti decisi la possedeva con forza e passione.
Si presero così, con la fame di chi non ha tempo, di chi non vuole aspettare, di chi ha urgenza di unirsi nel corpo oltre che nell'anima.
La sera imbruniva il cielo e illuminava gli uffici del palazzo di fronte.
Mentre stavano ormai lasciando andare i sensi senza controllo ad un urlo liberatorio, si chiesero se dietro quelle finestre, in parte illuminate e in parte buie, ci fosse qualcuno a guardare e a partecipare del loro piacere.
Accasciati sul pavimento dopo un orgasmo travolgente, con la moquette morbida ad accoglierli, si baciarono a lungo stretti in un abbraccio complice e felice.
Non ancora sazi l'uno dell'altra, si trasferirono successivamente sul divano a continuare quello che avevano solo iniziato e che non avevano alcuna intenzione di consumare brevemente.
Quella notte in ufficio sarebbe stata lunga e piacevole come non mai.
-amore, ma ....hai chiuso a chiave la porta??...-
-...no....
Racconti erotici e fantasie di mele rosse del peccato, raccolte e mangiate o lasciate cadere
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Eccitazione ed eros allo stato puro! Trasgressione sublime e permettimi di fare un po di sana pubblicità, venial peccare! Grazie manu per i momenti felici e alquanto pregni di trasporto rilassante e coinvolgente che mi doni. Vita lunga e prospera.
RispondiEliminaLogolas, mi fa piacere tu abbia gradito le mie fantasie di un pomeriggio noioso in ufficio...
EliminaBuona serata!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLupo, grazie della tua lettura costante e attenta ai miei cambiamenti....
EliminaMa che bel raccontino. Sicuramente accaduto spesso e ovunque. Ricordi tremolanti di incontri clandestini. Le realtà è sempre migliore della fantasia. Brava!
RispondiEliminasicuramente accaduto spesso e ovunque, ma non a me....Se avessi tutte questi incontri, probabilmente non avrei tempo di stare qui a raccontare sul blog... :-)Comunque concordo con te, sarebbe meglio la realtà, ma in mancanza di meglio mi diverto con la fantasia. Ciao Tonico
EliminaAncora una volta mi ritrovo i miei desideri scritti da altra mano , fa un'effetto ! Nello scorrere le righe dimentico di non averlo scritto io , uh !
RispondiEliminaQuante volte , ah quante volte ho immaginato quella scrivania ;)
Ciao Manu , kiss kiss ( non la radio è!)
hehehe...te l'ho sempre detto...io e te, come Thelma e Louise... :) coast to coast...siamo troppo simili! Muack
EliminaAlcune volte non sono solo le fragole a dar verso al giusto verso ma il profuno forte e acre del sesso che non guarda ostacoli fin dove lingua arriva.
RispondiEliminaUn bacio spesso non basta mai.
Maurizio