Ma era tornato e l'aveva trovata.....

" Tu mi hai tradito, parla, chi ti ha insegnato a godere così, non eri mai stata così. Troia, lo so che in questi mesi sei stata con un altro, parla! "
E giù botte da orbi, senza darle neanche il tempo di spiegare che le cose non stavano come diceva lui, che non era facile spiegare, e senza neanche il tempo di inventarsi qualche cosa per discolparsi di quell’unica colpa che era stata l’aver provato per la prima volta piacere a subire il sesso violento e rude di suo marito.
Continuando a strattonarla la trascinò fino al divano e ce la buttò sopra
" Allora visto che ti piace te ne do’ ancora"
E riprese ad abusare del suo corpo, ancora con i pantaloni addosso abbassati fino al ginocchio, e strappandole la camicia per aprirla. Mentre spingeva forte con le reni, le strizzava i capezzoli ancora semicoperti dal reggiseno, glieli tirava, li mordeva, li bagnava di saliva.
Questa volta per lei il piacere non venne, ma ci fu solo l’umiliazione di essere sporcata con il suo seme dappertutto, appena lui ebbe finito, sul viso, sul seno mezzo nudo, sugli abiti strappati.
Finalmente soddisfatto Mario si alzò aggiustandosi i pantaloni e voltando le spalle alla moglie lì, ancora inerte sul divano, rannicchiata come una bambina indifesa in posizione fetale, andò dritto in cucina a mangiare le pietanze portate in dono dai vicini di casa e dalla premurosa madre. La bottiglia di vino rosso, immancabile accanto al bicchiere, si svuotava con una velocità da record, e Lucia, silenziosamente, andò a rinchiudersi in bagno per ripulirsi di quello schifo. Come aveva potuto provare piacere? Ancora si chiedeva come avesse fatto a far prevalere in lei l’istinto, quando la situazione era così tragica e senza umanità. Strofinando la pelle bianca con una spugna imbevuta di acqua appena tiepida, ripensava al suo Gianni, al suo modo di fare l’amore con lei, dolce, attento, forte ma gentile, pieno di coccole e di preliminari. I suoi orgasmi con Gianni erano un’oasi di pace costruita piano piano con la lingua di lui, con le dita sapienti a frugare gli angoli nascosti della sua femminilità, e spesso erano un concerto d’amore in cui si cantava insieme. Le notti trascorse abbracciati dopo avere raggiunto il piacere all’unisono erano il completamento di un’unione di sensi e di corpi, ma soprattutto, anche di anime. Adesso si sentiva sporca, si sentiva una traditrice, e non per aver subito il sesso violento di Mario, ma per aver provato un ruvido piacere ad essere presa con la forza, di sorpresa, alle spalle, senza neanche il tempo di capire come e perché, da quell’uomo che non era il suo uomo, pur essendo suo marito. Era questo che la faceva sentire sporca.
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