lunedì 2 gennaio 2012

Burlesque



Ambra si aggirava silenziosa dietro le quinte, ascoltando solo il rumore echeggiante dei propri tacchi sulle assi di legno di quel palcoscenico che tanto amava. Aveva lottato, sudato, pianto, pur di diventare la ballerina che aveva sempre desiderato essere, e ora era finalmente diventata la prima donna di uno spettacolo di Burlesque. Amava intensamente il suo lavoro, ogni giorno era la prima ad arrivare in teatro e l'ultima ad andar via, e anche quel lunedì si era anticipata moltissimo sull'orario delle prove per poter godere del silenzio e della magia di quel luogo a luci spente. 
Si diresse verso il camerino ancora immersa nei suoi pensieri, accese solo le luci sullo specchio da toilette e si guardò...era diventata ancora più bella da quando era qui. È proprio vero che la soddisfazione e l'autostima rendono più belli. 
Si spogliò lentamente accarezzando piano la pelle candida, indossò la vestaglia di seta giapponese che le era stata regalata dal suo ammiratore più assiduo, e iniziò a truccarsi accuratamente. Ogni dettaglio era importante per lei, sempre scintillante e perfetta. I grandi occhi scuri come la notte avevano ali di ciglia finte ad incorniciarli, e il rossetto rosso fuoco disegnava labbra dal contorno già perfetto, labbra carnose e che ispiravano pensieri voluttuosi al solo guardarle leggermente schiuse e umide. I lunghi capelli neri cadevano morbidi sulle spalle come una cascata di fili di seta, e la stoffa delicata sulla pelle bianca risaltava come un manto prezioso. Finito il lavoro di trucco lasciò scivolare piano la vestaglia sulla sedia per andare ad indossare il costume di scena, restando completamente nuda, ma appena si girò per prenderlo dallo stand, ebbe un sussulto e con sorpresa e un pizzico di spavento si rese conto che alle sue spalle, comodamente seduto in poltrona nell'angolo più buio del camerino, c'era Bruno, l'impresario, con un bicchiere di Calvados in mano, che senza muovere un solo muscolo, aveva osservato in silenzio tutta la scena. 

- Ma da quanto tempo sei qua? - chiese Ambra, cercando di coprirsi le parti intime come meglio poté
- Ero qui ad aspettarti da molto prima che arrivassi. 
- No, non coprirti...sei bellissima. Sei lo spettacolo più  affascinante che io abbia visto da molto tempo a questa  parte- e dicendolo si alzò, posò il bicchiere, e con la mano destra le accarezzò il viso. 
Non era mai stata una ragazza timida, ma quest'uomo riusciva a spiazzarla. Rude e dolce allo stesso tempo, un uomo senza mezze misure, che si circondava sempre di donne stupende, che prendeva quello che voleva senza chiedere il permesso,  e ora era lì davanti a lei ad accarezzarle il viso. La carezza però si trasformò ben presto in altro, con il pollice che si insinuava nell'angolo della bocca. Era nuda ed indifesa ma talmente eccitata da quello che stava succedendo da non riuscire a dir nulla. Il rossetto era sbavato dal pollice che, come un pennello, lasciava la sua scia di colore e saliva sulle guance, mentre l'altra mano accolse un seno come in una coppa a strizzarne il capezzolo tra il medio e il pollice.
-Ti voglio, piccola- furono le parole sussurrate all'orecchio, tra un morso al lobo e un bacio sul collo, che le fecero abbandonare ulteriormente ogni difesa. 
Non aveva mai pensato a lui in quel senso, ma l'aveva sempre incuriosita il suo successo con le donne, visto che non era un uomo particolarmente bello, dal grande fascino, si, ma un fascino quasi animalesco. Eppure adesso, vederlo in quella penombra, sentire le sue mani scorrerle sulla pelle, sentire la sua voce carica di desiderio, le mise addosso una voglia irrefrenabile di darsi a lui, pur sapendo di essere solo una delle tante pecorelle nel recinto... 
Il fiuto animale di Bruno capì di poter andare immediatamente oltre, che anche lei lo desiderava, e così la dolcezza lasciò il posto agli istinti. 
La mano destra, che ancora frugava nella bocca di lei col pollice, la attirò alla sua bocca spingendola dalla nuca e le lingue si intrecciarono insieme alle dita che ancora non volevano lasciare quella bocca, mentre l'altra mano scendeva tra le cosce ancora serrate ma già calde di lei. I corpi erano sempre più stretti, anche se in impari condizione, con lei totalmente nuda e lui totalmente vestito. Sempre baciandola la prese in braccio e la adagiò sulla dormeuse di velluto accanto alla poltrona sulla quale era stato seduto e in silenzio fino a poco prima, le aprì le cosce e iniziò a leccarla e a penetrarla con le dita e con la lingua indurita come un piccolo cazzo. Leccava e stuzzicava e la incitava a godere chiamandola "la mia piccola troia", mentre le dita infaticabili entravano e uscivano dai suoi buchi. Si sedette anche lui sulla dormeuse prendendola sulle sue ginocchia a pancia in giù, e lei come una brava bambina si fece guidare silenziosa su quella strada sconosciuta, ma che sapeva la avrebbe portata certamente al piacere. Mentre la penetrava con un dito e poi con due, iniziò a sculacciarla con l'altra mano, inizialmente in modo delicato, poi con fare sempre più deciso. L'eccitazione saliva veloce e fu una sorpresa soprattutto per lei, che a letto non aveva mai subito ma sempre gestito. Ad ogni colpo assestato sul suo culo, accompagnato dalle dita che la penetravano più a fondo, i suoi mugolii aumentavano e diventavano un lamento di piacere sempre più intenso. 
E più i suoi mugolii e i suoi urletti di dolore e piacere aumentavano, più lui la chiamava troia e la sculacciava con maggiore insistenza. 
-Godi, troia, voglio vederti colare da ogni buco. Sei la mia puttana sexy... -
stava ormai per venire quando lui se ne rese conto e si fermò, la fece scendere dalle sue ginocchia e la fece accovacciare tra le sue gambe a fargli un pompino. Si slacciò i pantaloni e se li tirò giù scoprendo il cazzo già duro e pronto a farla godere, ma lui voleva dominarla: avrebbe goduto solo quando lo avrebbe deciso lui. Le spinse il cazzo in gola tenendola per i capelli, non dandole la possibilità di gestire il ritmo e impedendole quasi di respirare, così piena fino alla gola. Qualche conato le fece temere di vomitare, tanto lui le spingeva il cazzo in profondità, e quando lui finalmente venne, inondandole la bocca e il viso e i seni, per lei fu quasi un sollievo. Con inaspettata dolcezza lui la prese tra le braccia e la baciò, leccandole il viso sporco del suo seme e delle lacrime che le erano sgorgate per la sensazione di soffocamento, accarezzandole piano i capelli. 
Non sapeva più cosa pensare di quell'uomo, ma era decisa a sottostare a tutto ciò che lui le avesse voluto fare. 
Riprese ad accarezzarla nelle cosce umide e accaldate e a penetrarla piano con le dita, mentre i capezzoli turgidi subivano la loro parte di tortura. 
Era nuovamente al limite dell'eccitazione, ma lui ancora non era pronto a ripartire, così le aprì le cosce e la leccò tra le labbra e le succhiò il clitoride, la penetrò nella sua piccola rosellina e la fece venire così, solo con la lingua e le dita. 
Esausti e accasciati sulla dormeuse ripresero a baciarsi dolcemente, in questo continuo alternarsi di dolcezza e animalità. Ma lui non era ancora soddisfatto, voleva farla urlare. Così, sempre baciandola e leccandole i seni riprese a stuzzicarla. Con le dita entrava e usciva, le roteava e le arcuava come piccoli uncini alla ricerca di punti erogeni nascosti, si muoveva dentro di lei con estrema facilità ormai e quando sentì che era nuovamente al limite e pronta, la fece girare a 90 gradi, con il petto appoggiato allo schienale, un ginocchio appoggiato alla dormeuse e un piede a terra, e con il pollice aprì ciò che ormai era un canale morbido e umido di saliva e umori. Poi con la cappella gonfia e già nuovamente lucida, iniziò a penetrarla. Piano. Piano. Solo i primi colpi delicati per farsi strada in quel cunicolo elastico ma stretto e, una volta entrato tutto, si fermò per un istante a farla abituare a quella condizione di pienezza, ma poi la prese per i capelli ed iniziò a scoparle il culo così forte da farla urlare ad ogni colpo. Con la destra le teneva i capelli come fossero stati briglie di un cavallo, e con l'altra mano la sculacciava forte, arrossandole la pelle bianca. Lei mordeva lo schienale al quale era appoggiata e urlava di dolore e piacere ad ogni colpo. L'orgasmo fu così intenso e sconvolgente da farle perdere il controllo delle gambe che tremavano e si piegavano, e riuscì a tenersi su solo sorretta dai colpi del suo cazzo che insisteva a spingere come un treno in corsa. Pochi istanti dopo anche lui venne, sborrando sulla sua schiena, e lei potette finalmente riprendere fiato. Non aveva mai goduto così, non così intensamente, e capì finalmente perché tutte quelle donne accettavano di essere trattare come puttane da lui. 
Si, le era proprio piaciuto essere la sua troia per un pomeriggio.
Quella sera sarebbe stato difficile ballare, aveva le gambe ancora tremanti, ma di lì a qualche ora doveva essere nuovamente in perfetta forma per lo spettacolo.... era giunta l'ora di smettere i panni di pecorella e ritornare a vestire quelli di primadonna. 
Lo baciò e ritornò allo specchio a rifarsi il trucco.

17 commenti:

  1. bella l'immagine della seta sulla pelle,favolosa quella del dito sull'orlo della bocca,intrigante la lingua che la penetra (sarà perchè io adoro leccarla,devastante le gambe che tremano dopo l'orgasmo..
    animalesco come la possiede...
    dimmi... chi ti ispira in maniera così violenta??

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  2. :-)
    Bhè, questo racconto innanzitutto è nato dal fatto che qualche giorno fa ho visto il film Burlesque con Cher e Cristina Aguilera, ma il Bruno del racconto è un mio amico...
    Ti rispecchi in lui? ;-)

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  3. diciamo che in parecchi particolari e frasi è un po la mia fotocopia.. e tu sei lei? ;)

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  4. Io sono sempre la protagonista delle mie fantasie... :)

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  5. ah un'altra cosa riguardo alla seta..
    sai cosa mi ricorda ?
    quella favolosa scena di "Interno Berlinese" dove Mio Takaki (Mitsuko Matsugae)si lascia cadere dalle spalle il kimono rivelando un tatuaggio floreale meraviglioso..

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  6. comunque sempre piacevolmente intense le tue fantasie ;)

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  7. e soprattutto invidio chi ha la fortuna di vederti in prima persona mentre "pratichi il burlesque" solo per lui!! penso sia mozzafiato ;)

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  8. Purtroppo non ho visto "Interno berlinese", devo rimediare.
    Il Burlesque...non è una mia pratica abituale, ma non mi dispiacerebbe...
    :-)

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  9. bel racconto....e adoro il burlesque!

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  10. Grazie Melita! Il Burlesque è molto sensuale e mai volgare!

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  11. p.s. non è che mi abbia entusiasmato un gran chè il film ma mi è rimasta impressa la scena della schiena di lei.
    peccato tu non abbia mai praticato il burlesque,ti immagino con una carica erotica e sensuale non indifferente.

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  12. ah un'altra cosa il film non c'entra con il burlesque , giusto per farti sapere, così magari non perdi tempo a cercarlo ; )
    un bacio

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  13. complimenti... che voglia :)

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  14. Fantastico racconto. Fa venir voglia di provare la stessa situazione.

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  15. Grazie!
    Certo, non c'è mica bisogno di fare il Burlesque per poter provare una situazione del genere....
    Basta trovare la persona giusta! :-)
    TI auguro di provare presto questa emozione.

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  16. Mi accontento di altri tipi di danza ;) per il resto non dovrei avere molti problemi per realizzarla ;) Posso linkarti al mio blog?

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  17. grazie, mi farebbe molto piacere!

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