lunedì 16 gennaio 2012

Il Lupo solitario

Lunedì 16 gennaio, primo giorno di lavoro dopo una lunga pausa. 
Oggi, nonostante non fossi più abituata a questi orari, mi sono svegliata all'alba, anche se con difficoltà, perchè è molto più importante per me riprendere finalmente a lavorare, dopo così tanto tempo, che lamentarmi del fatto che all'alba mi si ghiaccia il naso quando esco.
E' ancora tutta buia e immersa nel silenzio questa città, metto in moto la mia macchina, sbrino i vetri, e mi avvio verso la fabbrica.
Lì ritrovo tutte le mie colleghe, infagottate come me. Si vedono spuntare, tra cappelli e sciarpe e colli alzati dei giacconi, solo nasi lucidi e arrossati e occhi pesanti nell'aria livida del mattino che sta nascendo.
Entriamo tutte insieme in fabbrica, assonnate e infreddolite, ma felici di ritrovarci di nuovo qui.
Certo, c'è stato qualche cambiamento (il nuovo caposquadra, arrivato durante la mia assenza, ha modificato i gruppi di lavoro e i turni, e mi ha spostata ad un altro settore) ma poco importa.
Caffè bollente alla macchinetta a gettoni, e poi tutte a cambiarci e ad indossare i nostri camici.
Mi avvio veloce verso il nuovo settore con un po' d'ansia; le novità mi lasciano sempre spiazzata e non sapere cosa mi aspetterà non mi piace, ma ho intenzione di lavorare ad ogni costo. Speriamo bene...
Entro nel reparto e mi guardo intorno per cercare il capoturno, pochi istanti a girarmi intorno e lo vedo da lontano. Mi avvicino per chiedere le disposizioni di servizio e resto piacevolmente colpita dal suo sguardo.
Cavolo, non avevo mai visto occhi così...ancora non capisco di che colore siano, se grigi, azzurri o verdi. Mi dilungo un po' ad osservarli come incantata, ma, oltre che per il loro colore, gli occhi del capoturno mi sorprendono perchè mi perforano con un'intensità mai vista in precedenza. Riesco a malapena a balbettare qualche parola per presentarmi e chiedere disposizioni, ancora colpita da quello sguardo insistente e profondo. E lui se ne accorge compiaciuto.
Sa di avere un'arma potente sul viso, e ne fa uso. 
Forse non è neanche un uso volontario e studiato, ma di sicuro mi ha fatto effetto, e se ne compiace.
Sorride consapevole del mio imbarazzo, ma non per questo distoglie lo sguardo, costringendomi dopo poco ad abbassarlo con la scusa di guardare la scheda che mi ha appena consegnato.
Sono imbarazzata, ma è una sensazione piacevole e calda, accompagnata dalla sua voce importante e profonda che mi indica con calma il da farsi.
Modo piacevole di iniziare la giornata, l'anno solare e l'anno lavorativo!...In fondo le novità non sono sempre così male...
Sorrido anche io, ringrazio e mi avvio verso la mia postazione a rilevare la collega del turno precedente.
Per tutta la mattina lavoro con attenzione, ma questo non mi impedisce di osservarlo da lontano; è un uomo alto e possente, dalle grandi mani e dalle braccia forti, ma, soprattutto, dagli occhi più incredibili che abbia mai visto. Noto con piacere che anche lui mi guarda, mi guarda spesso, sempre più spesso.
Si è formata come una catena di montaggio nella catena di montaggio, in cui i miei sguardi attirano i suoi, e i suoi attirano i miei come calamite.
Osservo i suoi lineamenti, forti ma dolci, le sue labbra appena nascoste da un velo di barbetta scura che gli disegna sul viso un contorno perfetto, i capelli scuri, anch'essi corti e ordinati sulla fronte alta e spaziosa, il collo mascolino e importante su due spalle da lottatore.
Mi tocco i capelli, cerco di sistemarli su un lato del collo con fare fintamente distratto, lasciando una parte di pelle candida e scoperta, esposta ai suoi occhi. Gesto studiato, voluto e provocatore, visto che il gioco di sguardi tra noi inizia ad intrigarmi non poco. Anzi, l'imbarazzo iniziale sta lasciando il posto ad una sfacciataggine che non conoscevo in me stessa..
Ho capito che mi piace, mi piace guardarlo con occhi di sfida, nascondendo appena un sorriso complice, mi piace non abbassare più lo sguardo, cercare, anzi, di trasmettergli con gli occhi la voglia che mi sta salendo improvvisa...la voglia di giocare al gatto e al topo.
Dopo un po' mi rendo conto che ad essere spiazzato è lui, ma questo non lo infastidisce e il suo sorriso diventa ancora più maliardo.
E' sorpreso ma non imbarazzato né infastidito.
Improvvisamente, mentre lavoro da ormai 2 ore, mi si avvicina senza preavviso e mi fa sostituire da una collega.

-signora, venga in ufficio con me, le devo comunicare nuove disposizioni di natura amministrativa sul contratto-


Sorpresa da questa sua mossa, lascio la postazione di lavoro e lo seguo in silenzio; ci avviamo verso gli uffici attraversando corridoi deserti in questo momento in cui tutti sono in piena attività nei reparti e, invece di proseguire nel corridoio degli uffici amministrativi, mi prende per un polso e mi porta nello spogliatoio del personale. Anche lo spogliatoio è deserto, e in più la porta può essere chiusa a chiave.
Cosa che fa in modo fulmineo.
Gira veloce la chiave nella toppa e poi si gira verso di me, per osservare se sul mio viso prevale la paura o l'eccitazione.
Non saprei dire neanche io cosa sia prevalso in quel momento, di sicuro è riuscito a sorprendermi. Non pensavo che quel gioco di sguardi a distanza facesse un effetto così dirompente ed immediato.
Ma ora i miei occhi sono fissi nei suoi, in attesa di capire.


- stai attenta a non giocare col fuoco....io non mi lascio provocare da un bel visino come il tuo senza reagire-


La sua voce è minacciosa ma dolce allo stesso tempo.
E' una minaccia talmente piacevole da farmi ribollire il sangue nelle vene e da farmi sentire un tonfo allo stomaco.


-e perchè, cosa avrei fatto per giocare col fuoco? come l'avrei provovata?- rispondo con un'aria di sfida maliziosa stampata sul viso.


Ormai il gioco è iniziato e non si torna indietro. Appoggio il dito indice sulle labbra a mordicchiarne la punta in attesa di una sua risposta e arretro lentamente, allontanandomi da lui quel tanto che basta a mettere una certa distanza di sicurezza tra noi. Ma il mio gesto sortisce l'effetto contrario.
Con un passo, un solo passo che sembra il balzo di un lupo, mi si mette davanti, con il viso vicinissimo al mio. Sento il suo alito sfiorarmi il naso, gli occhi, che ancora non abbasso, puntati nei suoi, le labbra socchiuse.
I miei occhi non sono di ghiaccio come i suoi, sono di fuoco. 
Sono neri come la lava del Vulcano sul quale sono nata.
E acqua e fuoco fanno scintille.
Mi afferra per i polsi, me li porta dietro la schiena stringendomi al suo petto, e mi morde il labbro inferiore con dolce forza.
Il collo mi fa male per la posizione innaturale, lui mi sovrasta di almeno 30 cm, ed è talmente grande e grosso da far paura.
Eppure la paura mi eccita, e la consapevolezza di non poter reagire al suo volere, invece di farmi sentire una preda braccata mi fa sentire come la vittima che desidera il suo carnefice. Gli lecco le labbra che mi hanno appena morso, gli succhio la lingua e dischiudo la bocca per farmi finalmente baciare.

Lascia i miei polsi solo quando capisce che non reagirò, per sbottonarmi il camice; i vestiti cadono per terra, sia i miei che i suoi, con una velocità e una foga animalesca.
Mi ritrovo con la gonna alzata ai fianchi, la maglia per terra, insieme alle scarpe, e le sue mani che iniziano a perlustrarmi dovunque mentre le lingue si incontrano e si scontrano.
Siamo due animali da sesso, presi da un istinto irrefrenabile.

Neanche la paura che possa arrivare qualcuno ci ferma, mi fa appoggiare sulla panca alle mie spalle e inizia a farmi godere con la bocca. Mi succhia il clitoride ingrossato, mi lecca a grandi movimenti che partono dalla rosellina e finiscono fin quasi sul monte di venere, ma poi la sua lingua inizia a danzare veloce solo intorno al mio pulsante magico gonfio e rosso. Le dita mi torturano, una, due, tre dita....senza difficoltà alcuna entrano ed escono dalla mia carne umida. Sono in estasi, eccitata e bagnata. Si ferma sul più bello, con mio disappunto, si alza in piedi con i pantaloni a metà gamba e mi ordina di guardarlo negli occhi. Con la stessa foga con cui mi ha scopato con la lingua e con le dita, mi infila il suo enorme, duro e largo cazzo dritto in gola. Le mani mi spingono la testa, prendendomi per i capelli, dettano il ritmo, comandano i miei movimenti, mi invitano a tenere gli occhi sempre puntati nei suoi.
La bocca piena e la gola stuzzicata fino in fondo mi fanno sentire quasi soffocare, mentre rivoli di saliva mi scendono lungo le guance.
Non mi era mai capitato di scopare con un cazzo così grosso, lungo e largo da far paura e la voglia di sentirmelo entrare dentro mi fa bagnare ancora di più, sono completamente partita, biglietto di sola andata senza ritorno.
Lo voglio, voglio sentirmi sfondare fino nella pancia.

Mi guarda compiaciuto e mi solleva dalla panca, prendendomi in braccio come fossi una bambina e non una donna in carne. Due secondi e lo sento entrare come una lama infuocata dentro di me, impalandomi di colpo; mi sento piena come non mi era mai capitato e, con le braccia strette al suo collo, urlo con la bocca infilata nell'incavo della sua spalla per non farmi sentire, ad ogni colpo che mi assesta dal basso.
Non lo avevo mai fatto così, con le mie natiche sollevate tra le mani possenti di un uomo, quasi come fossero una sedia. La forza che ha nelle braccia e nelle gambe mi lascia stupefatta, ma ancora di più la forza che mette nelle spinte mentre mi scopa con velocità sempre crescente.
Non resisto molto, sento tutto il mio corpo vibrare, tremare e contrarsi, mentre uno schizzo improvviso del mio liquido caldo scende tra le mie gambe a bagnargli le cosce. 

-Vengo, vengo,veeeengooooooo-  urlo di un urlo soffocato, mordendogli la spalla per cercare in qualche modo di controllare e attutire il gemito animale che mi è salito da dentro, sperando così di non farmi sentire da nessuno.
Insiste e mi scopa ancora, veloce come un trapano, facendomi tremare e scuotere in tutto il corpo in un orgasmo infinito. E poi si ferma, restando un solo istante fermo dentro di me a sentirsi stringere dagli spasmi della mia carne.
Delicatamente sfila il suo sesso dal mio ancora in preda alle contrazioni, mi fa scendere dalle sue braccia e inizia a segarsi mentre mi bacia. 

La mia mano è sulla sua, accompagna i movimenti, e dopo pochi istanti viene schizzando sul mio seno tirato fuori alla buona dal reggiseno.
Con entrambe le mani mi massaggia il suo seme sulla pelle nuda e mi bacia ancora occhi negli occhi....
.....

7 commenti:

  1. ecco quello che chiamo il piacere di conoscere a fondo nuove persone,molto a fondo...

    ;)

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  2. :-)
    @Ghiro
    Spero sia stato di tuo gradimento...

    @cunnilinguist
    hai inghiottito la lingua, o era qualcos'altro? :))

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  3. come potrebbe non esserlo... mi hai forse mai deluso?

    se fosse così non ti seguirei come il tuo respiro ;))

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  4. no è che...sai quando resti sorpreso/eccitato/tutto il resto?

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  5. non so se è il destino ma....il racconto finisce esattamente di fianco all'immagine "la perfezione esiste" ;)

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  6. complimenti.. che storia... e che voglia!!! brava

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