domenica 4 novembre 2012

Sempre di corsa

Ultima stampa contabile e poi spengo il pc e vado via di corsa dall'ufficio.
Anche stasera ho fatto tardi, come sempre. 
Sarà che, da quando il mio uomo mi ha lasciata per un'altra, ho spesso la testa tra le nuvole, sarà che dimentico sempre qualcosa, sarà che cerco di fare sempre tutto da sola, e a volte anche più di quello che dovrei, per non pensare a lui, ma stasera ho superato me stessa nell'orario di uscita da lavoro. Non mi sono proprio resa conto che fosse ormai quasi notte inoltrata, così immersa nei miei conti da quadrare e nel mare di carte che tappezzano la mia scrivania.
Mi avvio con passo deciso verso la fermata della metrò sperando di non perdere l'ultima corsa, camminando da sola in un'aria fredda e umida di novembre che mi sferza il volto. Sento le gambe quasi congelate e rimpiango di aver scelto queste bellissime decolletè dal tacco vertiginoso da abbinare all'abitino corto. L'autunno sembra arrivato di colpo stasera e la notte ormai è fatta di freddo, gelo e nebbia. 
Si, in ufficio devo sempre essere elegante e piacente per la mia clientela d'élite, e anche se sono solo una commercialista, devo mantenere un certo decoro e un certo stile nel presentarmi. Però camminare così, con queste maledette scarpe alte, non è per nulla semplice.
Scendo di corsa nel sottopassaggio della metropolitana, è ormai deserta a quest'ora, e quando mi si incastra il tacco in una grata dell'aria, rimango bloccata senza saper che fare. Lasciare lì la mia Louboutin da 500 euro è un'opzione impensabile, e non voglio nemmeno rovinarla!
Mi abbasso per slacciare il cinturino e sfilare così il piede dalla scarpa, ma quando si fanno le cose troppo in fretta non si riesce mai nel proprio intento. Ci si mettono anche la borsa documenti e il tubino stretto e corto a complicare i miei movimenti. Mentre sono accovacciata ad armeggiare con la scarpa, vedo arrivare tre ragazzi; forse loro potranno aiutarmi. Hanno dei borsoni da palestra, sembrano tanto tranquilli, oltre che carini.
- Scusate, ragazzi, potreste aiutarmi cortesemente? Mi si è incastrato il tacco e non riesco a liberarmi-
Mi si avvicinano tutti e tre e uno di loro, il più grande a prima vista, un bel trentenne moro e muscoloso, si abbassa per cercare di sganciare la fibbia.
Mentre lo fa però mi accarezza la caviglia. Resto per un attimo senza fiato. La paura si impossessa di me.
-Hai preso una storta? ... Posso dirti che hai una caviglia bellissima? E poi, queste scarpe....sei una donna di gran classe.-
E nel mentre lascia scivolare piano la sua mano all'interno della gamba.
-Anche le ginocchia sono belle. Lo sai che non dovresti camminare da sola a quest'ora? girano tanti malintenzionati...-

-Che intenzioni hai? vuoi aiutarmi o vuoi continuare a toccarmi le gambe approfittando della mia immobilità? ti ho chiesto solo di liberarmi il piede, non di infilarmi le mani dappertutto.-

Sono rigida mentre lo dico, e lui fiuta la mia paura, tangibile e comprensibile. Così cerca di tranquillizzarmi.
-Certo che voglio aiutarti, ma perdonami se il contatto con le tue gambe mi ha fatto perdere la testa. E poi il profumo della tua pelle è talmente forte da farmi perdere il controllo delle mie azioni. 
Ora te lo chiederò: posso continuare ad accarezzarti mentre ti slaccio il cinturino? non voglio farti del male, voglio solo sentire la tua pelle attraverso le calze- e siede per terra accanto alle mie gambe.

Sarà strano, eppure la situazione mi ha eccitata da morire. E' la prima volta che mi capita una situazione del genere, è la prima volta che mi trovo indifesa da sola con tre uomini, di cui uno mi sta facendo delle avance molto più che spinte, eppure improvvisamente non ho paura.
"Che potrà mai succedere?" mi dico? "E poi ... vorrei sempre cercare di dimenticare le carezze del mio ex, quale modo migliore per farlo che accettare queste morbide carezze da uno sconosciuto?"


Di tutta risposta lo guardo dritto negli occhi, sorridendo in modo eloquente, e apro l'unico bottone del cappottino, lasciando ancora più scoperte le mie gambe. Sollevo piano l'orlo del vestito e lascio intravedere il pizzo delle autoreggenti.

-Allora prego, accomodati. Se sai come "massaggiare" una donna potrebbe anche diventare piacevole.-
Il lampo nei suoi occhi rivela tutta l'eccitazione che sono riuscita a provocargli in un solo istante e con un solo sguardo allusivo.
Sento la sua mano salire piano, mentre con l'altra armeggia piano con il cinturino. Sale fino al bordo delle calze e ancora un po' più su. Sono eccitata come non mi capitava da tempo ormai. Guardo anche gli altri due per autorizzarli a partecipare al nostro gioco, visto che fino a quel momento si sono tenuti in disparte. Sono increduli ed eccitati, e quando hanno il mio ok lasciano cadere i borsoni per terra, si scambiano uno sguardo di intesa, e poi si avvicinano. 


Uno dei due mi annusa e lecca il collo e l'altro aiuta il suo amico a sciogliere il cinturino, liberando finalmente il mio piede. Recuperiamo la scarpa e ci spostiamo in un angolo appartato del lungo corridoio, lontano dai binari. Mi appoggio con le spalle al muro e sollevo completamente la gonna mostrando il mio intimo di pizzo, e ora le mie intenzioni sono più che chiare.
Il più grande, il morettino che ha iniziato il gioco, si avvicina e si inginocchia davanti a me, gli appoggio il piede scalzo sulla spalle e lascio che si accosti con la bocca al mio sesso; poi scosta piano la stoffa e assaggia il mio umore con la lingua, accompagnandola con le dita che, prima timide e poi sempre più insistenti, entrano nella mia carne già umida e calda.
L'altro, quello che prima mi annusava il collo, inizia a baciarmi senza più nessun timore, lasciando la sua lingua entrarmi in gola, esplorarmi avida, mentre l'altro mi palpa i seni abbondanti.


Sento le dita del moretto entrarmi dentro, una, due, forse tre.... i movimenti del mio bacino gli facilitano il tutto, lo accompagnano e gli dettano il ritmo, entra ed esce, con le dita arcuate a stimolarmi il punto G, mentre con la lingua sapiente mi titilla il clitoride. Ora  il mio orgasmo sta per arrivare, potente come non mai, e quando le sue dita umide di me si insinuano nella rosellina, scoppio in un gemito di piacere e in un orgasmo che mi fa tremare le gambe. 
L'ultimo treno però è appena passato...



-Sei bravo...ci sai fare con la lingua. Sentiamo anche quanto sei eccitato.-
Lo aiuto a sollevarsi e gli metto una mano sulla patta, attraverso il morbido tessuto della tuta, e sento tra le mani un cazzo di tutto rispetto in piena erezione . Strofino un po' la mia mano sulla stoffa, inizio a segarlo così, mentre gli altri due, ormai eccitatissimi anche loro, iniziano a segarsi, tenendo giù solo l'elastico della tuta, giusto lo spazio per cacciare fuori i loro arnesi giovani e focosi.
Ora sono io ad inginocchiarmi, con entrambe le mani gli abbasso il pantalone liberando la sua bellissima asta dai boxer, mi avvicino piano, gli lecco prima tutta la lunghezza, partendo dal basso, e poi, stringendogli le natiche con entrambe le mani, gli sputo sulla cappella lucida e lo ingoio tutto. Inizio così a succhiarlo con foga, salendo e scendendo fin dove riesco, giocando con la lingua intorno al buchino e poi ripartendo a succhiare forte. Lo guardo negli occhi, mentre proteso in avanti mi spinge il suo sesso in gola, e in men che non si dica sento delle pulsazioni avvisarmi dell'arrivo imminente di un orgasmo.
Mi scosto, inizio a segarlo e, quando viene, lascio che il suo sperma mi inondi il volto. 
Gli altri due si avvicinano e fanno lo stesso, riempiendo il mio viso di caldissimo seme.



Mi lecco le labbra, mi sollevo, prendo un fazzolettino dalla borsa, mi pulisco un po', e poi lo bacio con ancora i nostri sapori mischiati sulle rispettive labbra.

- Hai un buon sapore, sai di bagnoschiuma oltre che di maschio. Com'è che ti chiami? Questo è il mio numero di telefono. Chiamami quando vuoi.-
Gli passo il bigliettino da visita, recupero la mia scarpa infilandola senza allacciare, sorrido agli altri due, e vado via in cerca di un taxy.
- mi chiamo Sandro, mi chiamo Sandro...- urla mentre già sto andando via



10 commenti:

  1. i tacchi..fanno sempre dei danni...;-)

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    1. Eh già.... :)
      Soprattutto quando si va di fretta.
      Però...che mondo sarebbe senza i tacchi? Io vedrei tutto in un'altra prospettiva! ....mi servono ;)

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    2. e poi vuoi mettere come slanciano la gamba di una donna??..come sollevano il gluteo??
      Concordo..servono...;-)

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    3. Io senza tacchi....rischio di non esser vista....laggiù... : D

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    4. ma vahhhhh non ci credo mica sai...;-)

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    5. Credici credici.... Hai presente l'altezza di Kilie Minogue? Ecco...una bomboniera, un cameo di persona...
      Solo che io sono un po' più rotonda.
      Un bel po' O_o

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  2. bello, molto sensuale e eccitante, brava, il soffermarsi su scarpa caviglia e gambe è delizioso

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    1. grazie Michele, si...le scarpe e le gambe sono sempre di una sensualità sottile

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  3. Sono arrivato su questo blog per caso l'altra sera. Ho cominciato a leggere questo racconto senza aver visto il trafiletto a lato dove spieghi che sono storie di fantasia. Più andavo avanti a leggere e più mi dicevo "nooo.." "noooooo..." "NOOOOO!" perchè il dubbio che non fosse vero m'era venuto, ma se invece non stavi bleffando? Sono arrivato al punto in cui lei si apparta con i tre che ormai ce l'avevo duro come il cemento... :D Poi ho letto che era pura invenzione, ma è stato bello comunque...

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    1. :) Con la fantasia ci può succedere di tutto! :) Mi hai fatto sorridere con i tuoi " nooo.." "noooooo..." "NOOOOO!"

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