domenica 4 dicembre 2011

L'agente immobiliare



Faccio l'agente immobiliare, visiono case fatiscenti che i proprietari vorrebbero vendere a prezzi più alti del loro reale valore, oppure case bellissime dai prezzi esorbitanti che nessuno ha la forza di acquistare.
Cerco sempre di convincere la controparte della necessità di abbassare il prezzo di vendita o alzare il prezzo di acquisto, anche perché se non vendo non porto proprio niente a casa. Raggiro con le chiacchiere chiunque mi capiti a tiro, sono diventato un esperto ormai... Scavo nella mente dei clienti e trovo il punto debole da colpire per convincere all'acquisto, anche quando l'acquirente è un eterno indeciso.
Stamattina, come tutte le mattine, mi sono preparato, lavato, sbarbato, profumato, vestito con la camicia fatta su misura, aderente e con le mie iniziali sui pettorali scolpiti da ore di palestra, ho fatto il nodo alla cravatta in modo impeccabile, ho indossato una giacca sportiva e pantaloni aderenti quanto basta per sentirmi tosto, e sono andato al lavoro.
Nella mia agenda almeno quattro visite organizzate per me dalla segretaria dell'agenzia, con un acquirente che vuole vedere tutte le case più prestigiose che abbiamo in zona.
Forse è la mia giornata fortunata, magari riesco a concludere la vendita dell'anno, quella che mi sistema per un bel po’.
Mi carico di energia positiva, oggi voglio spaccare il mondo. Sarò attento e propositivo, questo cliente non me lo lascio scappare, voglio dare il meglio di me.
Arrivo leggermente in anticipo sull'orario previsto, parcheggio la mia auto proprio davanti all'agenzia ancora chiusa e aspetto. L'architetto con cui ho appuntamento mi raggiungerà a breve, non lo conosco ma sarà facile capire chi è, devo solo guardarmi intorno.
Mi appoggio sul cofano della macchina tutta tirata a lucido come me e aspetto, osservando le persone che mi circondano.
E' mattino presto, un mare di anonimi camminano frettolosi sotto i portici, tutti presi dai loro pensieri e dei loro problemi. Vedo le mamme accompagnare i loro bimbi a scuola, il vecchietto con le borse della spesa, il ragazzino con le cuffie da dj e le scarpe sportive di enormi dimensioni, la signora con il cagnolino microscopico perennemente abbaiante.
Nessuna traccia di un possibile architetto. Da lontano vedo arrivare una donna molto bella, alta almeno un metro e ottanta, bionda, occhi azzurri, con un tailleur aderente e tacchi altissimi che la rendono ancora più gnocca di quello che é già.
È fiera di sé, si capisce dallo sguardo stupendo, sicuro, e senza troppo pudore me la mangio con gli occhi.
È il tipo di donna che quando cammina per strada si voltano a guardarla anche le donne, tanto sta una spanna in su rispetto alle altre. La osservo con occhi talmente arrapati, partendo dalla caviglia sottile che esce dalla scarpa decolleté, salendo su per le ginocchia che si intravedono dallo spacco laterale della gonna, e proseguendo fino alla scollatura che non lascia dubbi sulla qualità e sulla quantità del contenuto. Farei pazzie per portarmi a letto una donna come questa...
Mi lecco le labbra e ci passo un dito sopra, senza staccarle mai gli occhi di dosso, immerso nei mie pensieri più sconci e nelle mie fantasie più sfrenate, quando mi rendo conto che la bionda mi guarda con insistenza e abbandona i portici per dirigersi verso di me. Cazz ... sono stato troppo sfacciato nel leccarmi le labbra e passarci un dito guardandola in modo così inequivocabile? In effetti mancava solo che le facessi un fischio e poi la scena sarebbe stata da film sexy anni 80... Che figura, viene proprio verso di me ... ora mi schiaffeggia, me lo sento.
Mi raddrizzo sulla schiena e assumo un aspetto più serio, per quanto possibile, e quando lei mi si avvicina e mi rivolge la parola balbetto come un ebete aspettandomi chissà quale rappresaglia.
-Sono l'architetto che sta aspettando- mi dice con un sorriso ironico stampato sul volto.
In un attimo perdo colore, stringo forte la mano intorno alla cartellina con il simbolo dell'agenzia, le nocche sporgenti, le unghie conficcate silenziose nella pelle della copertina blu, e abbozzo un sorriso formale da idiota! Ora l'imbarazzo è al massimo livello e lei sorride soddisfatta.
Cavolo, mi sono presentato proprio come un maiale, bel modo di farmi conoscere dal "mio cliente dell'anno".
Se si rifiutasse di seguirmi non la biasimerei....
Mi presento nel modo più professionale possibile cercando di salvare il salvabile, e lei accennando un sorriso freddo di chi la sa lunga, come una piccola smorfia, mi dice che ha fretta di andare.
Le faccio strada fino all'auto, le apro lo sportello, e dopo averla fatta accomodare mi avvio lentamente verso il lato guida imprecando sotto voce.
-Che stronzo che sono...Dio mio, questa troia me la farei subito, qui in macchina davanti a tutti. Le infilerei il mio cazzo dritto in gola spingendole la testolina dorata verso la mia cappella... le toglierei immediatamente quel sorriso da vipera sul volto...
Deglutisco e cerco di riprendere il controllo
-Calma! Non dimenticare che il lavoro non va mai mischiato con il piacere, e questa oggi è "il mio Cliente", quella che mi deve salvare le vacanze, che mi deve far comprare lo scooter e il computer nuovo.
In macchina non ho una strafiga, in macchina con me oggi c'è l'architetto Taldeitali. Punto.
E devo vendergli una casa ad ogni costo. Non posso sbagliare-

Faccio un respiro profondo ed entro in macchina, inizio a sfoggiare la mia competenza in materia, inizio ad elencare gli immobili che le farò vedere, le chiedo se ha qualche preferenza sulla zona dalla quale iniziare, e così, seguendo la sua richiesta, mi dirigo verso la zona vip della città.
Arriviamo in una delle strade più belle di Napoli, Via Petrarca, con panorama mozzafiato sul mare di Sorrento sovrastato dalla mole del Vesuvio.
Entriamo in un palazzo molto elegante, e ci dirigiamo all'attico del quinto piano.
La visita dell'immobile è attenta e scrupolosa, espongo con dovizia di particolari tutto ciò che balza comunque all'occhio attento di un architetto, materiali pregiati, parquet, marmi gialli reali, infissi in legno con doppio vetro-camera, filodiffusione in tutte le stanze, idromassaggio e sauna, arredi su misura nella cucina e nelle stanze guardaroba.
Le quattro camere da letto sono spettacolari, maestose, ma ce n'è una in particolare che rapisce l'attenzione della mia cliente: ha un enorme letto a baldacchino con veli impalpabili color crema ad oscurarne in parte la vista, posto su una zona rialzata del pavimento coperto da morbida moquette di velluto rossa. Troneggia come un castello delle fiabe al centro della stanza, rialzato e superbo, coperto di lenzuola di seta color oro.
Di fronte al letto un'enorme parete vetrata che affaccia sul mare, con una terrazza rotonda, protetta dalla vista di occhi indiscreti da alti muri laterali. Creano un'oasi perfetta, uno continuum di spazio infinito tra letto, mare e Vesuvio.
Sapevo che quella sarebbe stata la camera preferita, il pezzo forte, e infatti l'avevo lasciata per ultima nel giro di perlustrazione della casa.
Osservo in silenzio il viso di lei, zittita da tanto splendore al quale nulla può aggiungere.
Si dirige verso la terrazza, inspira forte l'aria fresca e profumata dei gelsomini arrampicati sulle mura laterali, si guarda intorno come a saggiare la privacy che potrebbe avere restando nuda fuori a quella terrazza.
E' una donna stupenda, il sole le fa brillare i capelli dorati che sta scostando con la mano dal collo, inclinando la testa leggermente di lato.
Ormai le sono dietro, mi arriva il suo profumo.
E' intenso, femminile, eccitante come lei.
Si gira verso di me, avvertendo il mio respiro quasi sul collo, e senza mezzi termini mi dice
-lo prendo-
Non mi dà il tempo di risponderle, che mi mette una mano sul pantalone laddove è più gonfio e mi infila una lingua in gola.
I suoi occhi hanno cambiato espressione.
C'è una furia nascosta in quegli occhi che prima erano di ghiaccio.
Un fuoco inaspettato e scoppiettante in un mare di ghiaccio azzurro.

Si, oggi è proprio il mio giorno fortunato!
Ancora incredulo rispondo al suo bacio, prima timidamente, come se avessi timore di essere preso per i fondelli da quella donna che avevo cercato di abbordare poco prima, ma poi capisco che mi vuole davvero...
Butto la cartellina per terra e rispondo con tutto il mio calore a questo sogno erotico sceso in terra dal pianeta Venere. Le mie mani si fanno improvvisamente impazienti di esplorare, entrare, scoprire.
La mia mano destra dietro la nuca la sospinge dolcemente verso di me, le bocche si incontrano ancora e sono calde e umide.
La mano sinistra si insinua della scollatura, aprendo uno ad uno i bottoni della giacca. Sono ancora troppo delicato in attesa di capire i suoi gusti e le sue intenzioni.
Lei mi allarga il nodo della cravatta e mi strappa con i denti i bottoni della camicia, leccandomi il petto e inginocchiandosi tra le mie gambe.
Oddio, posso anche morire oggi, sto vedendo il paradiso sotto forma di una bocca avida dipinta di rosso, incorniciata da lunghi capelli biondi.
Quando mi apre la lampo del pantalone e mi libera il cazzo, sono già duro come il marmo, teso allo spasimo e con la cappella violacea e lucida.
Guardo la sua lingua, la sento scendere fin sotto le palle, mi bagna l'asta di saliva prima di prendermela tra le mani e il venticello fresco che viene dal mare mi dà un brivido lungo la schiena.
Mi fa un pompino magistrale, da gran troia, con gli occhi infuocati puntati nei miei occhi. Fatico a mantenere il controllo....le sborrerei subito in gola, ma ho una mia dignità di maschio. Mi piace far godere una donna prima di schizzare.
Così la faccio alzare e la giro di spalle, le sollevo la gonna fino ai fianchi, e le dico
-guarda che bel mare- facendola appoggiare a 90 gradi alla balaustra della terrazza.
In effetti dalla strada un occhio attento potrebbe vedere quello che succede, ma la cosa mi eccita maggiormente, e lo stesso vale per lei, così le scosto di lato il perizoma, le infilo due dita nella figa già bagnata, appena piegate ad uncino, e mentre la sento gemere di piacere le infilo il pollice nella rosellina stretta.
Si, anche stavolta ho fatto centro...
E' stato come premere un pulsante magico di attivazione del piacere, perchè immediatamente lei inizia a gemere e ad urlare
-sbattimi, sbattimi forte, ora!

Le appoggio la cappella tra le labbra gonfie di piacere e gliela faccio solo assaggiare.
So essere cattivo anche io quando voglio....
mi deve implorare di scoparla, deve sentire la mia cappella strusciare sul clitoride gonfio, andare avanti e indietro senza mai entrare...
-scopami, che aspetti?-
Così decido di accontentarla e con un colpo secco entro in lei fino a sentire le mie palle sbatterle con forza sul sesso
I capelli lunghi ondeggiano finalmente al vento marino e ai miei colpi profondi, mentre con la mano sinistra la schiaffeggio forte sulle natiche.
Con la destra le circondo i fianchi e le stuzzico il clitoride, e spingo con una forza animale che mi fa sentire potente, maschio, dominatore. Non passano molti minuti che lei viene urlando di piacere, con le gambe tremanti e i seni scoperti che sbattono sulla balaustra...
finalmente soddisfatto nel mio ego le schizzo sul culo bianco e morbido come la panna, urlando anche io e mordendomi forte le labbra.
Restiamo senza fiato, accasciati entrambi, lei sulla balaustra e io su di lei...
E' stato animalesco e perfetto, una sincronia di corpi e movimenti difficili da trovare al primo incontro.
Si gira verso di me, ancora ansimante, e per ringraziarmi dell'orgasmo esplosivo che le ho regalato, si inginocchia nuovamente tra le mie gambe a pulirmi con la lingua l'uccello ancora gonfio e bagnato, poi con la mano si pulisce il culo e lecca ingorda anche le dita, mi prende per mano e mi porta sul letto a baldacchino...

Oggi non credo che riusciremo a vedere tutte le altre case, ma chi se ne frega......

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